Ritado nell'erogazione dell'anticipazione e danni per anomalo andamento
QUESITO: Questo Ente ha ottenuto un finanziamento per la realizzazione di un'opera. La convenzione prevedeva l'erogazione dell'anticipazione del 20% a seguito inoltro Quadro economico post gara. Dopo stipulazione contratto di appalto la ditta ha iniziato i lavori. Purtroppo per varie vicissitudini l'erogazione dell'acconto della Citta Metropolitana è pervenuto dopo circa 8 mesi dall'inizio lavori. Viste le lungaggini la ditta ha sospeso i lavori, dopo un mese dall'inizio. Detti lavori sono stati ripresi solo successivamente alla liquidazione alla ditta dell'anticipazione. Infine stante gli ulteriori ritardi nell'esecuzione dei lavori si è proceduto alla risoluzione del contratto. In sede di redazione conto finale la ditta ha iscritto riserve per anomalo andamento dovuto alla sospensione lavori. L'Ente prevede una chiamata in giudizio della ditta per danni. Si chiede se la sospensione dei lavori unilaterale della ditta sia legittima ovvero deve essere riconosciuto danno per anomalo andamento dei lavori.
Corte d’Appello di Salerno, 16 luglio 2024
[A] Sul criterio di determinazione dell’equivalente monetario della restitutio in integrum dovuta all’appaltatore per le opere già realizzate a seguito della risoluzione giudiziale di un contratto d’appalto pubblico: valore venale ai prezzi del libero mercato o corrispettivo originariamente pattuito? [B] Sulla natura della somma liquidata all’appaltatore a titolo di restitutio in integrum per le opere già realizzate a seguito di risoluzione giudiziale di contratto d’appalto pubblico e sul momento in cui, in tal caso, sorge in capo al appaltatore il diritto ad ottenere il pagamento della somma. [C] Sul momento da cui decorrono, a favore dell’appaltatore, gli interessi sulle somme liquidate dal giudice per il risarcimento dei danni derivanti all’appaltatore a seguito della risoluzione di contratto d’appalto pubblico per inadempimento della stazione appaltante, con particolare riguardo al danno curriculare ed al lucro cessante per le opere non realizzate.
Corte d’Appello di Roma, 22 luglio 2024
Sulle specifiche caratteristiche della responsabilità ex art. 2043 c.c. della p.a. committente per i danni cagionati a terzi dai lavori eseguiti dall’appaltatore nella fase esecutiva di un appalto pubblico, con particolare riguardo all’obbligo di controllo e vigilanza sull’attività dell’impresa.
Tribunale di Tempio Pausania, 6 agosto 2024
[A] Sul momento e sulle modalità con cui deve essere iscritta e quantificata la riserva per le circostanze di non immediata portata onerosa nella vigenza del r.d. 350/1985. [B] Sulla (im)possibilità di ricondurre l’eccezione di tardività delle riserve apposte dall’appaltatore nel novero delle decadenze previste dall’art. 167, co. 2 c.p.c. in caso di tardiva costituzione in giudizio della p.a. committente. [C] Sulle conseguenze della dichiarazione con cui l’appaltatore definisca adeguato un progetto esecutivo di lavori pubblici presentato dalla committenza pubblica in relazione ad un appalto di opere pubbliche. [D] Sui tempi e sulle modalità con cui l’appaltatore è tenuto ad iscrivere, qunatificare e successivamente confermare le riserve relative ai fatti continuativi.
Tribunale di Firenze, 11 agosto 2024
Sulla (im)possibilità di assimilare l’anticipazione del prezzo di un appalto pubblico al contratto di deposito ai fini dell’ammissibilità della domanda di rivendicazione ex art. 103 l. fall. presentata dalla p.a. committente in caso di fallimento della società appaltatrice.
Tribunale di Campobasso, 6 agosto 2024
[A] Premessa la natura dei rapporti tra p.a. e strutture private accreditate in materia di servizio sanitario, sulla (in)sussitenza, in caso di mancanza di contratto pubblico stipulato tra le parti, di un obbligo delle strutture private di erogare prestazioni agli assistiti dal Servizio sanitario regionale e della Regione di corrispondere ai privati la remunerazione per le prestazioni erogate. [B] Sull’applicabilità alle aziende sanitarie della disciplina degli appalti pubblici, anche con riguardo alla forma dei contratti. [C] Sulla (im)possibilità di invocare l’irripetibilità della prestazione ai sensi dell’art. 2034 c.c. nel caso di pagamenti effettuati da un ente pubblico. [D] Premessi i presupposti necessari ai fini dell’esperibilità dell’azione di indebito arricchimento nei confronti della p.a. con particolare riguardo alla nozione di impoverimento ed all’onere probatorio posto in capo al soggetto agente, sulla (im)possibilità di utilizzare il corrispettivo previsto per un appalto pubblico realizzato in violazione delle regole dell’evidenza pubblica quale parametro di calcolo dell’indennizzo ai sensi dell’art. 2041 c.c..
Corte d’Appello di Firenze, 27 luglio 2024
[A] Premessa l’applicabilità della disciplina di cui al d.lgs. 231/2002 alla materia degli appalti pubblici, sull’automatica decorrenza degli interessi dovuti all’appaltatore per il mancato pagamento dei compensi da parte della stazione appaltante. [B] Sull’applicabilità al cottimo fiduciario dei principi in tema di procedure di affidamento ed esecuzione previste per i contratti pubblici. [C] Sull’esperibilità dell’azione di indebito arricchimento nei confronti degli enti pubblici diversi dagli enti locali ove un funzionario abbia impegnato l’ente nei confronti di un privato in violazione delle regole contabili. [D] Sull’(in)ammissbilità dell’azione di indebito arricchimento nei confronti degli enti locali ove un funzionario abbia impegnato l’ente in violazione delle regole contabili e sulla (im)possibilità di desumere il riconoscimento del debito fuori bilancio dal comportamento concludente tenuto dagli organi rappresentativi dell’ente.
Corte d’Appello di Venezia, 21 giugno 2024
Sull’(in)applicabilità della disciplina del TUEL ai consorzi di bonifica, con particolare riguardo all’(in)applicabilità dell’art. 191 del TUEL in tema di azione diretta nei confronti del funzionario che abbia commissionato opere pubbliche senza autorizzazione da parte della stazione appaltante.
Tribunale di Palermo, 6 agosto 2024
[A] Sulle finalità pubblicistiche dell’istituto della revisione dei prezzi negli appalti pubblici. [B] Sul riparto di giurisdizione in materia di adeguamento, modifiche o deroghe al prezzo chiuso negli appalti pubblici, di revisione dei prezzi e di compensazione dei prezzi nella vigenza della l. 201/2008 e dell’art. 133 del d.lgs. 163/2006. [C] Sul riparto di giurisdizione tra giudice ordinario ed amministrativo in materia di adeguamento o modifiche dei prezzi degli appalti pubblici nella fase anteriore all’entrata in vigore dell’art. 6 della l. 537/1993, a mente del quale la materia è stata devoluta alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo.
Tribunale di Pescara, 25 luglio 2024
[A] Sul potere del giudice ordinario di accertare la legittimità degli atti con cui la p.a. eserciti la facoltà di risolvere unilateralmente o di recedere da un contratto d’appalto pubblico. [B] Sugli elementi che devono essere valutati, ai fini dell’importanza del rispettivo inadempimento, nel caso in cui, a fronte di un provvedimento di risoluzione di un contratto d’appalto pubblico da parte della p.a., l’appaltatore richieda a sua volta la risoluzione per inadempimento della stazione appaltante. [C] Sulla sorte delle riserve in caso di risoluzione di contratto d'appalto pubblico e sulle modalità con cui l’appaltatore, in tal caso, è tenuto a far valere le proprie pretese. [D] Sui compensi cui l’appaltatore ha diritto in caso di risoluzione di contratto d’appalto pubblico per sua colpa e sulle modalità con cui essi devono essere richiesti in sede processuale.
Tribunale di Cuneo, 31 luglio 2024
[A] Sull’applicabilità dei principi civilistici in tema di prova dell’inadempimento di un’obbligazione ai contratti di appalto pubblico. [B] Sulla (im)possibilità per la p.a. committente di invocare la perdita di un finanziamento da parte di un altro ente pubblico come motivo di impossibilità sopravvenuta della prestazione in materia di appalti pubblici. [C] Sull’idoneità della circostanza che il committente abbia sottaciuto all’appaltatore il rischio di revoca del contributo regionale concesso per la realizzazione di un’opera pubblica ad integrare grave inadempimento ai fini della risoluzione del contratto d’appalto. [D] Sulla responsabilità della p.a. committente per il ritardo nel pagamento dei corrispettivi di un appalto pubblico causato dal ritardo nell’erogazione di un finanziamento da parte di altro ente pubblico.[E] Sull’onere posto in capo alla stazione appaltante di impiegare la dovuta diligenza al fine di eliminare il rischio di impedimenti alla realizzazione dell’opera pubblica progettata. [F] Sull’onere della stazione appaltante di contestare l’intempestiva apposizione delle riserve da parte dell’appaltatore e di eccepirne in giudizio la decadenza in materia di appalti pubblici. [G] Premessa la risarcibilità dei danni da mancato guadagno dell’impresa appaltatrice in caso di risoluzione di contratto d’appalto pubblico per inadempimento della stazione appaltante, sulla quantificazione di tali danni e sull’onere probatorio posto in capo all’appaltatore nella vigenza del d.lgs. 163/2006.
Corte d’Appello di Napoli, 12 luglio 2024
[A] Sulla necessità per l’appaltatore che intenda richiedere i danni per l’illegittima durata della sospensione temporanea dei lavori, nella vigenza dei co. 1 e 2 dell’art. 24 d.m. 145/2000, di previamente diffidare per iscritto il responsabile del procedimento. [B] Sull’onere probatorio posto in capo alla stazione appaltante circa la legittimità della sospensione dei lavori relativi ad un appalto pubblico. [C] Sulla durata massima della sospensione dei lavori per causa di forza maggiore nella vigenza del d.p.r. 1063/1962 e sui rimedi a disposizione dell’appaltatore ove la sospensione stessa si protragga oltre il termine normativamente prescritto. [D] Sul momento in cui sorge, in capo all’appaltatore, l’onere di apporre le riserve per fatti dannosi continuativi in relazione all’illegittima sospensione dei lavori di un appalto pubblico e sul documento sul quale in tal caso, al più tardi, devono essere formulate.
Corte d’Appello di Roma, 11 luglio 2024
Sull’(im)possibilità per l’appaltatore di ottenere il risarcimento dei danni cagionati dalla nullità di un contratto d’appalto pubblico per violazione di norme di legge imperative, con particolare riguardo al caso in cui manchino autorizzazioni amministrative o sull’area in cui devono essere eseguiti i lavori appaltati insistano vincoli paesaggistici che rendano incompatibili le opere da realizzare con i criteri di tutela del sito.
Tribunale di Reggio Calabria, 1° agosto 2024
[A] Sulla portata della clausola contenuta in un capitolato speciale d’appalto che indichi un foro competente “per qualsiasi controversia” derivante dall’esecuzione del contratto: ipotesi di foro esclusivo o alternativo? [B] Premesso l’onere dell’appaltatore di verificare lo stato dei luoghi e la validità del progetto esecutivo, sull’(im)possibilità per lo stesso di richiedere la revisione del prezzo nell’ipotesi in cui non abbia preliminarmente provveduto al controllo della validità tecnica del progetto fornito dal committente. [C] Sugli effetti recuperatori della risoluzione di un contratto d’appalto, anche pubblico, con particolare riguardo alle opere già eseguite dall’appaltatore. [D] Premessa la natura di contratto autonomo di garanzia della polizza per cauzione definitiva di opere pubbliche nella quale viene previsto il “pagamento a prima richiesta” da parte del garante e la conseguente impossibilità di sollevare eccezioni riguardanti il rapporto principale, sulle eccezioni che in tal caso possono essere sollevate nei confronti della stazione appaltante che intenda incamerare le somme previste dalla polizza con particolare riguardo all’exceptio doli ed alle c.d. eccezioni letterali.
Tribunale di Ivrea, 8 agosto 2024
Sulla giurisdizione del giudice ordinario in materia di legittimità dei provvedimenti con cui la p.a. eserciti la facoltà di recedere da un contratto d’appalto di opere pubbliche o di risolverlo unilateralmente.
Tribunale di Civitavecchia, 31 luglio 2024
[A] Sulla disamina approfondita dell’istituto delle riserve nella vigenza del d.lgs. 163/2006 e del d.p.r. 207/2010, con riguardo alla ratio dello stesso, alle pretese che ne devono esserne oggetto, alla procedura ed ai termini che l’appaltatore è tenuto ad osservare, ai documenti ed alle modalità con cui le riserve devono essere apposte e successivamente confermate, nonché all’onere probatorio in materia di tempestiva iscrizione delle medesime. [B] Sulla (im)possibilità per la p.a. committente di opporre il mancato riconoscimento dell’utilità ai fini di paralizzare le pretese dell’appaltatore che richieda l’indennizzo ex art. 2041 c.c. per le opere pubbliche realizzate in assenza di valida richiesta o autorizzazione e sulla possibilità, viceversa, di paralizzarle dimostrando l’imposizione dell’arricchimento.
Tribunale di Torino, 29 luglio 2024
[A] Sulla natura giuridica dell’ANAS a seguito della trasformazione in società per azioni e sulla (im)possibilità di assimilarla ad una società azionaria di diritto privato. [B] Sul trasferimento di funzioni e potestà pubbliche che, a seguito di concessione di opera pubblica da parte della p.a., si verifica in capo al concessionario.