Sulla (im)possibilità per la stazione appaltante di escutere la polizza fideiussoria, costituente la forma della cauzione definitiva prestata dall’appaltatore ex art. 113 DPR n.163/2006 e 123 DPR n.123/2010, in assenza di prova dell’esistenza e dell’entità di un danno subito.
[A] Sui termini e sulle modalità con cui l’appaltatore è tenuto ad apporre riserva, con particolare riguardo al termine entro cui quantificare i maggiori esborsi dovuti alla sospensione dei lavori disposta dalla stazione appaltante. [B] Sull’applicabilità degli interessi al saggio delle transazioni commerciali previsti dal d.lgs. 231/2002 agli importi dovuti dalla stazione appaltante per le riserve apposte dall’appaltatore in materia di appalti pubblici. [C] Premessa la disamina del c.d. “arricchimento imposto” dell’amministrazione, sulla (im)possibilità di riconoscere all’appaltatore l’indennizzo per indebito arricchimento per l’esecuzione di opere aggiuntive a quelle contrattualmente pattuite laddove manchi qualsiasi richiesta o autorizzazione da parte della p.a. committente.
[A] Premessa la qualificazione giuridica dell’istituto della cauzione definitiva in tema di appalto pubblico, sull’impossibilità per la stazione appaltante di escutere la predetta garanzia unicamente in ragione della sopravvenienza di un’interdittiva prefettizia ai danni dell’appaltatore e sui presupposti, anche probatori, e limiti entro cui la p.a. committente ha facoltà di procedere all’escussione. [B] Sull’idoneità dell’interdittiva prefettizia sopravvenuta ai danni dell’appaltatore a legittimare, unitamente agli altri presupposti previsti dalla legge, la stazione appaltante ad escutere la cauzione definitiva versata dall’impresa.
Premessa la disamina dell’istituto della sospensione dei lavori in materia di appalti pubblici, sulle modalità ed i termini entro cui l’appaltatore, ove ritenga che la sospensione sia illegittima, è tenuto ad iscrivere la relativa riserva con particolare riguardo al caso in cui la sospensione non presenti immediata rilevanza onerosa.